Terapia Ortodontica Fissa (Ortodonzia Meccanica dell’Adolescenza)
Completata la permuta dentale e terminata la crescita facciale (tra i 12 e i 13 anni nella maggioranza dei casi) non è più possibile realizzare dei cambiamenti scheletrici in una struttura stabilizzata e quindi, per realizzare una masticazione ottimale, è necessario spostare i denti meccanicamente con apparecchi fissi.
Gli apparecchi fissi sono composti da una parte incollata ai denti (brackets o attacchi) che accoglie dei fili metallici opportunamente modellati (archi). Le parti fisse non cambiano mai durante il trattamento mentre gli archi vengono modificati e sostituiti con altri progressivamente più grossi fino ad arrivare alla conclusione del caso. Inoltre sono essenziali altre componenti come gli elastici, le molle, le viti e le trazioni esterne.
In merito agli apparecchi fissi bisogna specificare alcuni dettagli:
TIPOLOGIA DI APPARECCHI
Esistono diverse scuole nel mondo che applicano attacchi diversi tra loro e utilizzano fili di materiali e modellazioni differenti: alcune privilegiano la velocità di trattamento (a scapito della stabilità nel tempo), altre il controllo dei movimenti dentali (a scapito della rapidità di conclusione).
Non esiste il trattamento “migliore”: solo l’abilità manuale, l’esperienza clinica e la cultura ortodontica dell’operatore, unite alla collaborazione del paziente, garantiscono i migliori risultati.
“vale l’esempio dell’automobile: un’auto da corsa va più veloce di un trattore ma può finire fuoristrada per una piccola buca; comunque se il pilota conosce l’itinerario ed è abile a guidare arriverà alla meta sia con l’una che con l’altro, se è inesperto o imprudente finirà in un fosso o girerà inutilmente senza arrivare mai da nessuna parte…”
SCOPO DEL TRATTAMENTO
La difficoltà del trattamento non dipende sempre dall’aspetto visibile della dentatura, ma anche dalla struttura scheletrica, dalla muscolatura e dai tessuti di sostegno, non dimenticando la volontà di collaborazione del paziente.
Le finalità principali del trattamento sono tre:
- ALLINEAMENTO PERFETTO DEI DENTI
- MASTICAZIONE EFFICIENTE
- SALUTE DEI TESSUTI DENTALI E GENGIVALI
A queste si aggiungono altri tre obiettivi non meno importanti:
- CORRETTA FUNZIONALITA’ DELL’ARTICOLAZIONE MANDIBOLARE
- ARMONIA OTTIMALE DEL VOLTO E DELLA BOCCA
- STABILITA’ DEI RISULTATI NEL TEMPO
“a 16 anni vorresti i denti dritti per essere bello, a 40 vorresti i denti dritti per masticare bene e a 80 vorresti avere i denti… Tutto ciò è possibile se prima dei 16 anni te li fai correggere!”
NECESSITÀ DI ESTRAZIONI
Quando la differenza tra la dimensione della bocca e dei denti è troppo grande – “discrepanza dento-alveolare” – è necessario creare spazio estraendo degli elementi che possono essere i denti del giudizio o i premolari; nessuno dice che una bocca perfetta debba avere 32 o 24 denti, ma tutti gli ortodontisti sanno che cercare di mantenere a tutti i costi 32 denti in una bocca che non li può contenere determinerà la loro perdita precoce, vanificando gli sforzi dell’apparecchio.
“avere troppo pochi rematori in una barca può farla andare lentamente, ma averne troppi rende impossibile riuscire a remare, per cui si rischia di restare fermi o di affondare”.
ESTETICA DEGLI APPARECCHI
La richiesta più frequente che viene fatta all’ortodontista è che l’apparecchio si noti poco, infatti si trova molta pubblicità di apparecchi “invisibili”.
Esistono tre tipologie di apparecchi “estetici”:
- Apparecchio fisso tradizionale con attacchi in zirconia (un metallo trasparente) che si notano molto poco. Funziona bene ed ha un costo leggermente superiore all’apparecchio metallico
- Apparecchio “linguale”: un apparecchio con attacchi interni, invisibili perché nascosti. E’ un buon compromesso per chi non vuole far notare l’apparecchio, però ha dei limiti: il trattamento è più lungo e costoso, non è adatto tutte le bocche ed è fastidioso per la lingua
- Mascherine trasparenti (“invisalign”) si tratta di mascherine ottenute sullo stampo dei denti: non si notano e possono anche essere tolte temporaneamente (per mangiare o altro). Sono trattamenti efficaci solo in un numero limitato di malocclusioni, lunghissimi e costosi, sconsigliabili per chi ha problemi seri o preferisce la velocità e l’efficienza rispetto all’estetica
“l’apparecchio dura per un po’, un bel sorriso dura per sempre…”
DISTURBI NEL TRATTAMENTO
Molti sopravvalutano i disturbi che potrebbero avere con l’apparecchio; in realtà, specie con le ultime generazioni di attacchi, i fastidi sono modesti e limitati nel tempo: non ci sono problemi a mangiare e parlare, non c’è dolore (se non per qualche ora dopo il cambio degli archi), la pulizia richiede solo un po’ di tempo in più e, se l’igiene è buona, il rischio di carie è quasi nullo.
L’utilizzo di elastici e trazioni rende più impegnativo l’apparecchio, ma di solito è limitato nel tempo e solo nelle ore notturne.
“la fatica nell’ottenere un risultato rende il risultato ancora più prezioso”.
DURATA E COSTO DELLA TERAPIA
Va da sé che malocclusioni complesse siano più lunghe da correggere di altre semplici: la durata di un trattamento comunque è raramente inferiore all’anno e raramente superiore ai due; ovviamente la regolarità nel presentarsi agli appuntamenti e l’utilizzo di elastici e altri ausiliari permettono di rispettare i tempi preventivati inizialmente.
Per quanto riguarda il costo questo è strettamente legato al tempo necessario alla poltrona; l’analisi statistica dei costi è indispensabile per ogni professionista serio, sia per non gravare eccessivamente sulle risorse delle famiglie, sia per non rischiare di lavorare in perdita. I confronti delle analisi degli ortodontisti esclusivisti, che dedicano la loro vita solo alla professione ortodontica, dimostra che il costo di un un trattamento difficilmente può scendere sotto i 5.000€ e solo raramente può salire sopra i 10.000€. Chi chiede meno di 5.000€ vuol dire che non dedica tempo ed attenzione sufficienti ad un caso anche di lieve difficoltà.
“bisogna diffidare da chi chiede troppo, ma ancora di più diffidare da chi chiede troppo poco: infatti il rischio di dover rifare un lavoro mal eseguito è troppo alto per giustificare un modesto risparmio”
RISCHIO DI RECIDIVA
Molti pazienti sono spaventati dall’idea (o da esperienze di altri) che, una volta tolto l’apparecchio i denti tornino come prima. Questa eventualità è legata alla scarsa accuratezza del trattamento, alla insufficiente collaborazione del paziente, all’errata diagnosi iniziale, alla mancata estrazione di denti se invece il trattamento lo richiedeva e infine al mancato utilizzo degli apparecchi mobili di contenzione dopo la rimozione dell’apparecchio fisso.
Evitare tutte queste eventualità caratterizza la figura del professionista serio e preparato, che garantisce il risultato delle sue cure nel tempo.
“la fiducia è una cosa seria: servono anni per conquistarla e un attimo per perderla..!”